La maternità è una fase speciale nella vita di una donna, che porta spesso le mamme, specie nei primi mesi di vita del bambino, a creare uno spazio intimo, di cura e accudimento, all’interno del quale quelle che erano prima le priorità e le abitudini quotidiane, si trovano ora sullo sfondo; ad una grandissima felicità si accompagnano anche tante fatiche, cose nuove da imparare, la stanchezza e i cambiamenti fisici, emotivi e nella relazione di coppia. Diverse indagini hanno mostrato come, in media, le donne rientrino al lavoro dopo un anno e mezzo dalla nascita del bambino, anche se ci sono donne che riprendono a lavorare quando il piccolo ha pochi mesi e altre che rientrano dopo i due anni del bimbo.

Rientrare a lavoro dopo la maternità: gestire le emozioni

Rientrare a lavoro è un momento particolarmente delicato per le mamme ed è normale trovarsi a dover gestire tutta una serie di emozioni, spesso contrastanti: da un lato il desiderio di riprendersi i propri spazi, di rincontrare i colleghi e di ritrovare vecchie ruotine e modi di vivere la quotidianità e dall’altra la fatica nel separarsi, per un tempo più o meno lungo dal proprio bambino, il timore nell’affidarlo alle cure di qualcun’altro, la paura di perdersi momenti importanti della crescita del piccolo. Con chi starà il mio bambino in mia assenza? Potrò continuare ad allattare? E quando si ammala? Queste sono solo alcune delle domande, che si fanno le mamme in prossimità del rientro al lavoro.

È assolutamente normale sentirsi in confusione, destabilizzate e avere mille dubbi, ma è altrettanto naturale per una mamma, gradualmente e rispettando i propri tempi e quelli del bambino, rimettersi in gioco, recuperando spazi personali, senza per questo pensare di “togliere” qualcosa ai propri figli. Le mamme rispetto a questo momento riferiscono spesso di essersi sentite emozionate nel pensare al rientro al lavoro, ma di avere nutrito anche numerose preoccupazioni, sino addirittura a temere questo passaggio.

Spesso infatti noi donne riteniamo di doverci attenere a un “dover essere”, a un ideale di come dovrebbe essere la “mamma perfetta”, che è molto distante dalla realtà e non è necessariamente quello di cui abbiamo bisogno noi e i nostri bambini. Non è quindi il numero di ore che trascorriamo con il nostro bimbo, che determina il tipo di relazione con lui, ma al contrario il modo con cui stiamo insieme a lui, la serenità e la soddisfazione, che sono nostre e che naturalmente passano nel rapporto con i figli, con il compagno, con i genitori e con tutti coloro che ci stanno attorno.

Ecco quindi alcune parole chiave da tenere a mente, quando verrà il momento del rientro al lavoro!

Mettersi in ascolto

L’ascolto è quello dei propri tempi, bisogni ed esigenze e di quelli del proprio bambino, nella consapevolezza che non ci sono regole o indicazioni valide per tutti. Può essere utile ascoltare i pareri e confrontarsi con le altre mamme, che hanno già attraversato questo momento, poiché la condivisione aiuta a stemperare e ridimensionare ansie e paure, ma poi teniamo a mente che ogni famiglia è diversa, ognuno ha una storia, bisogni e desideri, che sono unici e strettamente personali.

È importante, per sentirci più sicure e a nostro agio, che questo appuntamento con il rientro venga preparato con un pochino di anticipo, per permettere sia alla mamma che al bambino di conoscere, per esempio, le persone che si occuperanno di lui, in particolare se il piccolo frequenterà un asilo nido. Dobbiamo dunque darci il tempo di approfondire la relazione con le educatrici, le tate, le baby sitter, ma anche sperimentare gli spazi nuovi, incontrare i compagni con cui il bambino trascorrerà le giornate e ottenere informazioni circa l’organizzazione della struttura che lo accoglierà.

Una volta rientrate sul posto di lavoro molte mamme raccontano di avere la sensazione di trovarsi in un posto diverso, rispetto a quello lasciato prima della maternità e anche questo aspetto è più che comprensibile. Occorrerà pazientare e darsi tutto il tempo necessario per riadattarsi ad un ambiente, che si sarà modificato, poiché è passato del tempo e dunque alcune procedure possono essere mutate. È possibile che ci siano nuovi membri del personale ed è naturale sperimentare un senso di estraneità e di disequilibrio. Inoltre, non dimentichiamo che l’esperienza della nascita di un bimbo cambia una donna, emotivamente, mentalmente e fisicamente (per esempio, alcune donne riferiscono di avere sofferto a lungo dei postumi del parto, quali per esempio l’incontinenza urinaria o la depressione) e dunque non è solo l’ambiente che ci sta attorno ad essere diverso, siamo anche noi differenti rispetto a prima; le priorità sono altre e una donna inevitabilmente si trova a doversi destreggiare tra le responsabilità famigliari e quelle lavorative, che necessitano di un tempo e una buona dose di pazienza prima di assestarsi e trovare un nuovo equilibrio.

Fiducia

La fiducia è quella nelle persone che si occupano del bambino, che abbiamo scelto e conosciuto, ma in primis fiducia nella capacità del piccolo di poter stare bene anche in contesto e con persone diverse da quelle a cui è abituato. A volte, prese dai comprensibilissimi timori ed esitazioni, con cui ogni mamma si trova prima o poi a doversi confrontare, ci dimentichiamo, per qualche istante, delle risorse e delle potenzialità dei bambini, che certo sono piccoli, ma sono anche molto flessibili, con buone capacità di adattamento e, se accompagnati con cura e affetto, sapranno muoversi in spazi nuovi e tempi differenti con una sorprendente creatività.

Continuità

Sicuramente il rientro al lavoro della mamma è un cambiamento importante, ma non è uno strappo, un momento di rottura con la routine, che avevamo instaurato con il nostro bambino. Le abitudini cambieranno modi e tempi, ma potranno rimanere le stesse e anzi assumeranno un valore ancora più prezioso, perché non saranno date per scontate! È il caso per esempio dell’allattamento al seno. Quando il bimbo sarà al nido o con la nonna o la tata potrà continuare, se la mamma lo riterrà opportuno, a consumare il suo latte, che potrà essere fornito a chi si prenderà cura del piccolo e quando invece la mamma rientrerà a casa, il momento dell’allattamento al seno continuerà ad essere uno spazio di rapporto privilegiato tra mamma e bambino, così come lo era prima. Spesso per le mamme che lavorano un momento importante nella giornata, in cui dedicarsi ai propri bambini, anche a quelli più grandicelli, è proprio quello della nanna, dell’addormentamento e della messa a letto. Prendiamoci tutto il tempo necessario per creare una routine, che sia rilassante, distensiva e accogliente e che accompagni il bambino con tutta una serie di attività e accortezze, tali da diventare un rituale condiviso, per esempio prima facciamo il bagnetto e poi leggiamo una fiaba insieme nel lettino.

Chiedere aiuto

Proprio perché non esiste una mamma ideale o perfetta è fondamentale sin da subito organizzare lavoro e impegni in famiglia, non assumendosi tutte le responsabilità e i compiti in prima persona, ma richiedere l’intervento e il supporto di chi ci sta a fianco, il partner, i genitori, gli amici oppure, se possibile, attivare dei supporti esterni, che possano aiutare la mamma nei lavori domestici, in piccole commissioni, nella cura dei bambini. Parlare delle difficoltà e condividere con chi amiamo i momenti di fragilità è indispensabile per non sentirsi sole e oberate dalle fatiche dei tanti cambiamenti, che le mamme andranno ad affrontare in un frangente tanto delicato.