Che cos’è il Disturbo di Insonnia?

La parola insonnia deriva dal latino e significa letteralmente “mancanza di sogni”.

Il Disturbo di Insonnia comporta un’alterazione della qualità e della quantità del sonno e può riguardare la fase dell’addormentamento (insonnia iniziale), che deve essere superiore ai 30 minuti, il mantenimento della continuità del sonno notturno (insonnia di mantenimento), la possibilità che si verifichi un risveglio precoce al mattino (insonnia tardiva) o una combinazione di questi fattori (insonnia mista). Inoltre i sintomi devono manifestarsi con una frequenza pari o superiore alle tre notti settimanali e perdurare per almeno sei mesi.

Si tratta di un disturbo per il quale non possono essere identificati dei parametri oggettivi e validi universalmente, poiché la percezione della qualità del sonno è un fattore che riguarda la soggettività di ciascun individuo e il modo in cui sperimenta e trae soddisfazione e ristoro dal sonno notturno. Naturalmente le persone che soffrono di insonnia non hanno problemi soltanto nelle ore notturne, poiché gli effetti di questo disturbo hanno un impatto significativo sulla qualità della vita degli individui, comportando sonnolenza nelle ore diurne e una difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione nei compiti quotidiani, in particolare quelli che attengono alla sfera lavorativa.

Quali sono le cause dell’insonnia?

Sebbene l’insonnia abbia a che fare con la funzione primaria del sonno, paradossalmente non è, nella maggior parte dei casi, una patologia del sonno, ma è la conseguenza di disturbi di ordine fisico o psicologico e in alcuni frangenti, specialmente nelle forme meno gravi, è l’esito di cattive abitudini nello stile di vita, che possono riguardare l’alimentazione, l’attività fisica, un riposo diurno troppo prolungato o la propensione a non mantenere una regolarità negli orari in cui ci si corica.

L’insonnia può essere un sintomo di un disturbo psicopatologico, può essere associata all’abuso di farmaci, sostanze stupefacenti e alcool e per alcune persone ha un esordio molto precoce, addirittura negli anni dell’infanzia.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che ci sono delle mansioni lavorative, ad esempio quelle che prevedono un alternarsi di turni diurni e notturni, che possono favorire lo sviluppo di difficoltà nella regolazione del ritmo sonno-veglia, ma anche la permanenza in ambienti con eccessive stimolazioni visive e uditive e l’uso smodato di dispositivi elettronici possono compromettere in misura significativa la qualità del sonno.

Quali sono i sintomi correlati all’insonnia?

Il Disturbo di Insonnia produce una serie di criticità che attengono al benessere psico-fisico della persona che ne è affetta. Tra queste le principali sono:

  • Irritabilità e ansia;

  • Affaticabilità e difficoltà di concentrazione;

  • Deflessione del tono dell’umore.

Poiché l’impatto è così significativo, è importante che nei casi in cui l’insonnia persista oltre i 15 giorni, la persona si rivolga ad uno specialista, al fine di valutare le cause della difficoltà riscontrata.

Quali sono i possibili rimedi per dormire meglio?

In primo luogo, dal momento che, come abbiamo visto, spesso i disturbi del sonno sono strettamente intrecciati alle abitudini quotidiane delle persone, è indispensabile mettere a fuoco i vari aspetti del proprio stile di vita per poter intervenire sugli stessi, apportando gli opportuni cambiamenti. E’ di fondamentale importanza, dunque, intervenire sui fattori di stress, contenendoli per quanto possibile e se necessario richiedendo un aiuto professionale in tal senso. Inoltre, è opportuno ridurre il livello di attività nelle ore serali e apprendere delle tecniche di rilassamento, che possono essere messe in pratica in prossimità del momento in cui ci si andrà a coricare. In questa direzione possono essere d’aiuto sessioni di training autogeno o di rilassamento muscolare progressivo. Non dimentichiamoci poi che, per evitare l’ansia connessa alla difficoltà a prendere sonno, è consigliabile recarsi a letto quando si è effettivamente stanchi e curare l’ambiente in cui dormiamo, eliminando possibili fonti luminose o sonore e se possibile organizzare una routine serale, che comprenda attività rilassanti e tranquille, come leggere un libro, bere una tisana o fare un bagno caldo.

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta