Nuovo anno nuovo inizio cosi molti bambini che insieme alle loro famiglie vivono per la prima volta l’avventura del nido o dei servizi educativi per l’infanzia.

Ambientamenti, routine, nuove conoscenze con le educatrici, spazi condivisi, tempi di attesa e di scoperta queste sono alcune delle parole che, per chi come me vive in prima persona il fermento dell’inizio di un nuovo anno educativo, si sentono echeggiare nei primi mesi dell’anno tra le mura dei Servizi.

Il periodo di ambientamento è sicuramente un nuovo inizio è un importante cambiamento nella vita di un bambino, una novità che però non riguarda solo lui ma tutto il nucleo familiare, tutte le famiglie sono chiamate a vivere questo nuovo inizio, alla ricerca di un nuovo equilibrio attraverso un altalena di emozioni.

Cosa fa un consulente dei Servizi 0-6?

Essere un consulente dei Servizi 0-6, in questa fase dell’anno, significa mettersi in ascolto e a creare delle occasioni di incontro per l’accoglienza delle le famiglie e dei bambini, portano all’attenzione all’equipe educativa del servizio l’importanza di lavorare fin da subito, in un’ottica di collaborazione e corresponsabilità con le famiglie affinché si possa creare un legame di fiducia.

La famiglia è il luogo principe dell’educazione dei bambini, essa è l’ambiente primario di crescita e di sviluppo di ogni bambino, per questo i servizi sono chiamati a considerare il coinvolgimento delle famiglie come imprescindibile a favore e a supporto del  processo di crescita di ogni nuovo bambino che si accoglie.

A tal proposito è la stessa comunità europea che porta all’attenzione quanto appena condiviso, le raccomandazioni europee del 2018 ci ricordano l’importanza del coinvolgimento delle famiglie nei servizi educativi:

“La famiglia è l’ambiente primario di crescita e sviluppo del bambino, e i genitori e i tutori sono responsabili del benessere, della salute e dello sviluppo del bambino. I servizi di educazione e cura della prima infanzia rappresentano un’opportunità ideale per creare un approccio integrato, in quanto danno luogo a un contatto in prima persona con i genitori. …. Affinché il loro coinvolgimento diventi realtà, i servizi di educazione e cura della prima infanzia devono essere concepiti in partenariato con le famiglie ed essere basati sulla fiducia e sul rispetto reciproco”

Ogni nuovo inizio, ogni nuovo anno, in collaborazione con il team educativo dei servizi 0-6 con i quali collaboro si decide di organizzare una giornata di accoglienza dedicata ai genitori, un momento di incontro e confronto su tematiche che riguardano questo nuovo inizio, come si sentono, quali emozioni stanno provando e come lo si sta affrontando.
Uno spazio di cura e di relazione che permette ai genitori di non sentirsi soli anche grazie al confronto con altre famiglie e di conoscenza del servizio e degli operatori uno spazio di ascolto per costruire legami generativi.
In questo spazio non è solo la Pedagogista che conduce e accoglie il gruppo dei genitori ma l’intero team educativo si mette in ascolto dei singoli bisogni e della collettività che incontra così da generare un’opportunità di scambio, un punto di partenza che genera una nuova comunità educativa.

In quanto consulente Pedagogico dei servizi 0-6 ritengo questo sia un momento prezioso per ogni mamma e papà che inizia a conoscere la nuova realtà a cui affiderà il proprio figlio, ogni genitore deve imparare a fidarsi, lasciarsi guidare e confrontarsi quotidianamente con le figure educative che ci lavorando così che questa diventi la routine condivisa che caratterizzerà tutto il percorso insieme.

Ma affinché questo sia possibile è necessario dar vita a degli spazi che permettendo di confrontarsi, incontrarsi, scambiarsi vissuti e racconti.

Essere comunità educante significa condividere valori, obiettivi, strategie e responsabilità e questo spazio risulta essere un buon punto di partenza.

Quest’anno, per alcuni dei Servizi educativi che seguo ho deciso di lasciarmi ispirare da un bellissimo albo illustrato “Io Gomitolo tu Filo di Alberto Pellai, una storia che racconta le emozioni che si celano dietro il veder crescere il proprio bambino, un libro che ci fornisce degli spunti utili per parlare di distacco e autonomia dei bambini.

Così questo libro ci ha permesso di creare legami come se fossero un filo che ci unisce, non solo tra bambini ma anche tra adulti, ci ha permesso di condividere il “come” ci sentiamo in questo nuovo inizio, il “dove” siamo oggi e dove vorremo essere alla fine di questo anno educativo.

Essere la matassa di partenza ci permette di lasciar andare un pezzo di filo che non è da solo nel mondo ma, nella trama della vita del nido ci unisce ad altri fili così da diventare parti di una rete, una trama solida capace di superare le avversità e le meravigliose fatiche che fanno parte della crescita.

I vissuti e i racconti di genitori ogni anno mostrano come questo momento di accoglienza sia il punto di inizio per lavorare in un’ottica di corresponsabilità educativa, dove il la sinergia famigli e servizio e la costruzione dei una relazione che si basa sula fiducia reciproca, risultano essere gli elementi essenziali che caratterizzano l’agire educativo in favore di un percorso di crescita e scoperta.

Come ci ricorda Amadini “È il modo in cui viene intesa la vita insieme che aiuta i bambini a fare esperienza di autonomia e responsabilità e ad impegnarsi nella relazione con gli altri. È il modo in cui viene intesa la
vita insieme che permette ai bambini di sviluppare la vita relazionale. È nel modo in cui noi adulti intendiamo lo stare con altri adulti che trasmette al bambino una matrice relazionale. Il confronto rispettoso tra adulti aiuta a creare una cultura condivisa dell’infanzia”.

 

Dott.sa Antonia Palumbo

Pedagogista Clinico