La comunicazione tra scuola e famiglie risulta essere un argomento di grande interesse per chi si occupa di educazione e lavora nell’ambito scolastico. 

Come comunicare con i genitori, con quale frequenza e come affrontare con serenità e chiarezza un possibile colloquio per comunicare una difficoltà che l’insegnante può rilevare rispetto ad uno studente?

Questo è un argomento di discussione per gli insegnanti che si pongono spesso il quesito di come comunicare con le famiglie soprattutto se si rilevano delle criticità rispetto all’andamento scolastico o in merito al comportamento di un bambino.

Non esiste una risposta univoca a questa domanda, esistono però delle buone prassi pedagogiche affinché la comunicazione con i genitori sia efficace e possa dare origine ad un’alleanza casa-scuola.

Ricordiamo chi abbiamo davanti

Quando dobbiamo comunicare delle difficoltà rilevate all’andamento scolastico di un bambino, o un ragazzo, dobbiamo ricordarci come prima cosa che di fronte abbiamo due genitori che prima di tutto sono due persone con i loro vissuti emotivi e le loro fatiche quotidiane, che potrebbero essere, preoccupati, spaventati, indifferenti, apprensivi, portatori di un loro stato d’animo e delle modalità di affrontare le cose.

Oltre alle persone che abbiamo di fronte, con i loro vissuti, dobbiamo tener conto di cosa stiamo condividendo, ponendo l’attenzione al contenuto e che peso questo avrà sulla vita delle persone.

Rimanere oggettivi

In merito al conto che dobbiamo comunicare, per far sì che si instauri una buona comunicazione, dobbiamo cercare di rimanere il più oggettivi possibile spiegando cosa accade nella quotidianità riportano solo episodi o atti precisi, in modo da non passare il messaggio di un nostro giudizio che non rende possibile una lettura oggettiva della realtà.

Sospendere il giudizio ed essere oggettivi ci aiuterà a comunicare quanto rilevato portando i genitori a confrontarsi con un reale che esiste senza sentirsi inadeguati o colpevoli, così da ricordarci sempre che una comunicazione efficace non passa  però solo dal contenuto ma anche dalla modalità con cui comunichiamo. 

Spazio e tempo adeguati

L’incontro con i genitori deve avvenire in uno spazio e un tempo adeguato.

È necessario prendersi del tempo da dedicare ai genitori, scegliendo uno spazio riservato, assumendo un atteggiamento rispettoso e di condivisione, che faccia sentire i genitori accolti.

Mettiamoci in ascolto attivo

Loro sono lì perché esiste una complessità, o per ricevere un riscontro di una problematica che riguarda il loro figlio, ricordando questo l’insegnante è chiamato a mettersi in ascolto attivo, capace di cogliere vissuti ed emozioni, per facilitare la comprensione e l’accettazione. 

Un ascolto partecipe, uno scambio attivo fatto di sguardi, di silenzi, di prossimità. 

Comunicare è qualcosa che si fa in due, considerare questo elemento risulta essere fondamentale per ricordare che entrambe le parti sono portatrici di obiettivi, desideri, intenzioni e posizioni, che possono essere differenti, in accordo o disaccordo.

Affinché la comunicazione con le famiglie sia efficace è importante riconoscere che, anche se vi sono posizioni differenti o contrastanti, entrambe sono legittime ed è necessario un confronto che vada a favore del bambino. 

Costruire un rapporto con i genitori

Il rapporto con i genitori è qualcosa che si costruisce giorno per giorno parte da un’accoglienza, anche in caso di non accordo, lasciando il tempo utile per potersi conoscere così da creare il legame di fiducia anche quando le complessità risultano evidenti ed è necessario un intervento mirato. 

Preparazione in tema di educazione e didattica

Ultima, ma non per importanza, buona prassi pedagogica è essere preparati in tema di educazione e didattica, perché la famiglia possa fidarsi di noi dobbiamo mostrare di sapere di cosa stiamo parlando. 

È bene che i genitori sentano che le informazioni condivise con loro sono frutto di un’attenta osservazione del team docenti, un gruppo di insegnanti preparato in metro alle normative, al tema dell’inclusione, agli strumenti utili e a sostegno della didattica e al lavoro di rete con le altre realtà territoriali qualora fosse necessario. 

 

Un lavoro così costruito, l’attuazione di queste buone prassi pedagogiche è alla base di una comunicazione efficace per creare una relazione di fiducia e una corresponsabilità con i genitori utile e a sostegno al percorso dello studente.

 

Dott.sa Antonia Palumbo

Pedagogista Clinico