Violenza sulle donne: statistiche

Nel mondo la violenza contro le donne interessa una persona su 3. I dati Istat rappresentano come in Italia il 31, 5% delle donne dichiari di avere subito, nel corso della propria vita, un episodio di violenza fisica o sessuale, con una leggera prevalenza dell’abuso sessuale rispetto a quello fisico. Nel 62,7% dei casi la violenza sessuale è stata agita ad opera del partner. Nel 2021 si è assistito ad un incremento, rispetto all’anno precedente, del numero di femminicidi, pari a 119 casi e ben 103 di questi sono avvenuti tra le mura domestiche o nell’ambito di relazioni affettive significative; 70 sono state le donne uccise per mano del partner. Uno dei dati più significativi, inoltre, è relativo al fatto che il 44% delle donne sono state uccise nel contesto di una lite o per futili motivi. La maggior parte delle donne che hanno avuto un partner violento in passato dichiarano di averlo lasciato proprio per questo motivo (68,6%). Nel triennio 2017-2019 le donne giunte in Pronto Soccorso con una diagnosi di violenza sono state 16.140 e nel 57% dei casi si tratta di donne tra i 18 e i 44 anni.  

Come aiutare una donna che subisce una violenza psicologica?

Quando ci si trova di fronte ad una donna, che sta subendo una violenza di natura psicologica, è sempre opportuno prenderla sul serio e rispettare le scelte e le decisioni della stessa in merito alle modalità di far fronte alla situazione, ma è importante dall’altra parte non farla sentire sola e trasmetterle il messaggio che è possibile parlare di quanto sta accadendo, senza lasciarsi prendere dalla fretta di intervenire per risolvere la questione. Sovente accade che chi è vittima di violenza si ritenga responsabile per quello che le sta capitando e un confronto con l’altro può essere fondamentale per prendere in esame una prospettiva differente e mettere in discussione le proprie convinzioni e percezioni rispetto alla realtà, mettendo le basi per ricostruire una rinnovata fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità. Certamente se la donna è anche mamma è indispensabile fornirle un aiuto anche concreto per poter tutelare i propri figli, che inevitabilmente saranno coinvolti in un clima famigliare tutt’altro che sereno e rassicurante. Infine bisogna prestare attenzione affinché tutto quello che viene riportato venga mantenuto nel riserbo e venga trattato con tutta la discrezione che merita. 

Cos’è la violenza psicologica?

La violenza psicologica è una forma di maltrattamento che solitamente emerge nell’ambito delle relazioni di coppia e che viene agita da un partner nei riguardi dell’altro. Può manifestarsi in concomitanza ad altre tipologie di violenza (fisica, sessuale ed economica) oppure essere la sola presente. I dato mostrano che, nella maggior parte dei casi, viene posta in essere dall’uomo nei riguardi della donna. Le conseguenze della violenza psicologica sono estremamente impattanti sul benessere psico-fisico della vittima, non meno di quanto accade quando si agisce un maltrattamento fisico e molto spesso rimane nascosta, è più difficile da riconoscere e viene dunque sottostimata. Nel concreto la violenza psicologica può esprimersi mediante offese, accuse, atti denigratori, minacce, insulti, umiliazioni, svalutazioni, isolamento sociale, limitazione della libertà, controllo, proibizioni di frequentare amici e parenti, esclusione dalle decisioni importanti che riguardano la coppia o la famiglia, mancata assistenza in caso di malattia o di bisogno. Questi comportamenti, infine, possono variare sensibilmente in intensità e frequenza. 

Qual è il ruolo dello psicologo: la terapia

Il ruolo dello psicologo, nell’intervento con le donne vittime di maltrattamenti, può essere importante su due fronti: quello forense e quello del trattamento psicologico in senso stretto. In ambito forense lo psicologo è il professionista deputato ad indagare quelle situazioni in cui si rileva una problematica inerente l’esplicitazione della non consensualità di un rapporto o quando sono coinvolti minori. La presa in carico psicologica di una persona vittima di violenza è un percorso complesso, stante la molteplicità dei bisogni portati dalla donna. Partendo da un atteggiamento non giudicante, occorre prendere contezza della cornice culturale in cui le violenze hanno avuto luogo e sono state tollerate e supportare la paziente nell’individuazione delle soluzioni più opportune per uscire dalla contingenza in cui si trova, nella consapevolezza dei limiti e degli ostacolo oggettivi, che possono rendere difficoltoso il suo affrancamento dal contesto e dal partner maltrattante. Spesso infatti, oltre alle resistenze di natura più prettamente psicologica, vi sono ostacoli di ordine sociale e ambientale, che necessitano di essere affrontati e superati per consentire alla donna di riprendere in mano le redini della propria vita.

 

Dott.sa Erika Marchetti

Psicologa Psicoterapeuta