Il disturbo dello spettro autistico, all’interno del DSM (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), viene definito dalle presenza di due criteri: un deficit persistente della comunicazione e dell’interazione sociale e la presenza di pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi.
Gli interessi ristretti e le stereotipie
In molti casi le persone con disturbo dello spettro autistico sviluppano interessi particolarmente intensi, pervasivi e circoscritti, che possono esprimersi nei bambini nella predilezione verso alcuni giochi (es. dinosauri, macchinine, costruzioni) e negli adolescenti e negli adulti nella propensione a svolgere un’attività per molto tempo, in maniera pressoché esclusiva o a portare un argomento preferito in modo persistente all’interno delle conversazioni. Inoltre, le persone autistiche appaiono attratte da dettagli degli oggetti, da particolari suoni o da specifiche sensazioni corporee.
Gli interessi e le attività ristrette e ripetitive possono essere suddivise nelle seguenti dimensioni:
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Movimenti, uso di oggetti, eloquio stereotipati o ripetitivi (es. battere le mani, agitare e manipolare ripetitivamente gli oggetti, grattare le superfici, emettere vocalizzazioni, ecolalia);
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Eccessiva aderenza alle routine;
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Rituali di comportamento (es. il lavaggio e i rituali di ordine e simmetria);
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Interessi molto limitati, fissi, anomali per intensità o profondità.
Per quanto concerne, invece, la presenza di contenuti ossessivi del pensiero quelli maggiormente rilevati sono: la paura connessa ad eventuali possibili contaminazioni, la propensione al perfezionismo, il timore di venire criticati o essere presi in giro e quello di commettere errori.
I comportamenti ripetitivi tendenzialmente emergono nella prima infanzia e sono più pronunciati nelle persone dotate di competenze cognitive meno elevate. Spesso queste stereotipie sono bizzarre e inappropriate al contesto sociale e interferiscono significativamente con il funzionamento della persona.
Le routine
La presenza delle stereotipie può associarsi al rispetto di routine comportamentali rigide e ad una marcata resistenza al cambiamento. I cambiamenti rapidi e repentini possono destabilizzare notevolmente le persone autistiche che solitamente, a causa delle difficoltà comunicative e della loro iper/iposensibilità sensoriale tendono a sviluppare ossessioni, rituali e routine al fine di trovare una sicurezza, che vada a compensare una percezione talvolta frammentata dell’ambiente circostante.
Alcuni autori hanno attribuito la propensione delle persone autistiche a ripetere ossessivamente la stessa routine di azioni (ad es. mettere gli oggetti in fila, impilare i cubi) ad un deficit nella capacità di immaginazione e astrazione o ad una particolare propensione a focalizzarsi sul dettaglio piuttosto che sulla globalità dello stimolo.
Come intervenire sui comportamenti stereotipati?
Secondo gli studi più recenti, un ruolo fondamentale nel trattamento delle stereotipie comportamentali è rivestito dagli interventi di Analisi Funzionale e dall’analisi preliminare delle funzioni del comportamento ripetitivo. I modelli più efficaci per la riduzione dei comportamenti disadattivi stereotipati sono dunque quelli basati sull’analisi degli antecedenti, delle conseguenze e quelli basati sull’insegnamento delle competenze e la modifica del contesto educativo.
Gli studi scientifici hanno altresì evidenziato come la modifica e la strutturazione del contesto ambientale risulti il fattore maggiormente in grado di incidere sull’emissione del comportamento stereotipato. Un esempio di questo tipo di intervento può consistere nel modificare il contesto attraverso un arricchimento delle stimolazioni, permettendo l’accesso agli stimoli preferiti dal bambino (per esempio, un gioco o un oggetto per lui interessante). A tale proposito, lo studio di Ahearn ha mostrato come l’individuazione di un oggetto, che risulta essere un rinforzo analogo alla stereotipia, favorisca una diminuzione del comportamento stereotipato pari al 78,04%. Nei momenti di intensa manifestazione della stereotipia, gli oggetti possono quindi essere indicati o presentati al bambino, coinvolgendolo in attività di manipolazione o di gioco sociale.
Un’altra tecnica rivelatasi efficace è quella dell’interruzione e ridirezionamento della risposta, che prevede l’interruzione della stereotipia vocale o motoria e la sua sostituzione con esercizi di risposta a semplici domande concernenti le regole sociali o le modalità di richiesta di un oggetto.