Video svela un palazzo magnifico a Velletri che rivaleggiava con la Reggia di Caserta: l’hanno demolito nel 1955 e il motivo è assurdo

Quando si parla di patrimonio artistico italiano perduto, ci si riferisce spesso a opere d’arte trafugate o danneggiate dal tempo. Ma cosa succede quando un’intera meraviglia barocca viene cancellata dalla storia a causa di bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e incuria? È la tragica storia di Palazzo Ginnetti a Velletri, un magnifico edificio che un tempo dominava i Castelli Romani con la sua imponente architettura, e che oggi esiste solo nei ricordi e in qualche immagine d’epoca.

Il video condiviso da @emanuelerinaldi5 sul suo canale ha fatto il giro del web, catturando l’attenzione di migliaia di appassionati di storia e architettura barocca. Le immagini d’epoca mostrano una carrozza trainata da cavalli che attraversa elegantemente il cortile del palazzo, con due donne vestite di bianco che incarnano perfettamente l’atmosfera di un’epoca ormai lontana. Ma è proprio la bellezza di quelle immagini a rendere ancora più dolorosa la consapevolezza di ciò che abbiamo perso per sempre.

Palazzo Ginnetti: capolavoro barocco di Velletri

Palazzo Ginnetti non era un edificio qualunque. Commissionato dal Cardinale Marzio Ginnetti, vissuto tra il 1585 e il 1671, l’edificio fu progettato da uno dei più grandi architetti del suo tempo: Martino Longhi il Giovane. La struttura rappresentava uno degli esempi più raffinati dell’architettura barocca del Lazio, un gioiello che poteva rivaleggiare con i più famosi palazzi romani dell’epoca.

L’elemento che rendeva davvero unico questo palazzo era la sua scala monumentale, talmente spettacolare da essere paragonata a quella della celebre Reggia di Caserta. Le decorazioni in stucco erano opera di Paolo Naldini, un artista molto stimato persino da Gian Lorenzo Bernini, il maestro indiscusso del barocco italiano. Gli interni erano un tripudio di statue, stucchi e pitture che lasciavano a bocca aperta chiunque vi mettesse piede.

Bombardamenti 1944: la distruzione di un patrimonio storico

Il destino di Palazzo Ginnetti cambiò drasticamente nel gennaio 1944, quando i bombardamenti alleati colpirono duramente Velletri durante la Seconda Guerra Mondiale. L’edificio subì danni gravissimi, e con esso la sua magnifica scala monumentale andò quasi completamente distrutta. Nel 1945 fu persino approvato un progetto di restauro che avrebbe potuto salvare almeno parte di questo patrimonio inestimabile dei Castelli Romani.

@emanuelerinaldi5

Palazzo Ginnetti era un magnifico edificio barocco a Velletri, costruito dal Cardinale Marzio Ginnetti e progettato da Martino Longhi il Giovane, famoso per la sua monume tskntale scala decorata da Paolo Naldini. Distrutto in gran parte dai bombardamenti del 1944, il palazzo fu demolito nel 1955 e al suo posto furono costruiti due edifici moderni che oggi prendono il nome di Palazzo Ginnetti, sebbene non ne ereditino la bellezza architettonica.  Storia e caratteristiche del palazzo originale Progetto: Fu commissionato dal Cardinale Marzio Ginnetti (1585-1671) e progettato da Martino Longhi il Giovane. Scala monumentale: L’elemento più celebre era la scala monumentale, paragonata per bellezza a quella di Caserta, decorata con stucchi di Paolo Naldini, un artista molto apprezzato da Bernini. Decorazioni: L’interno era arricchito da statue, stucchi e pitture, rendendolo un capolavoro dell’architettura barocca. Terrazza: L’edificio era parte di un complesso più ampio che includeva un’ampia terrazza panoramica, oggi diventata un parco pubblico.  La distruzione e la ricostruzione attuale Danneggiamento: I bombardamenti alleati del gennaio 1944 danneggiarono gravemente il palazzo e la sua scala. Demolizione: Nonostante un progetto di restauro approvato nel 1945, il palazzo non fu mai recuperato a causa dell’incuria e degli interessi dei proprietari. Fu demolito nel 1955. Edifici moderni: Al suo posto, nel 1961, furono costruiti due edifici moderni collegati da una galleria. Questi edifici hanno ereditato il nome di Palazzo Ginnetti, ma non la struttura originaria.  #velletri #castelliromani #palazzoginnetti #roma

♬ suono originale – Emanuele Rinaldi

Cosa avresti fatto tu al posto di Velletri nel 1945?
Restaurato subito il palazzo
Demolito per ricostruire la città
Lasciato le rovine come monumento
Creato un museo della memoria
Ricostruito identico in stile barocco

Ma qui inizia la parte più amara della storia. Il palazzo non fu mai restaurato. L’incuria, gli interessi economici dei proprietari e probabilmente la mancanza di una vera sensibilità verso il patrimonio artistico fecero sì che l’edificio venisse lasciato al suo destino. Nel 1955, appena dieci anni dopo la fine della guerra, quello che restava del palazzo fu completamente demolito, cancellando per sempre uno dei più bei esempi di architettura barocca del Lazio.

Speculazione edilizia nel dopoguerra a Velletri

Al posto dell’originale Palazzo Ginnetti, nel 1961 furono costruiti due edifici moderni collegati da una galleria. Questi nuovi palazzi hanno ereditato il nome storico, ma certamente non la bellezza architettonica né il valore artistico del predecessore. Si tratta di costruzioni funzionali, tipiche del boom edilizio del dopoguerra, che con il barocco hanno ben poco a che fare. Dell’antico complesso è sopravvissuta soltanto la terrazza panoramica, oggi trasformata in un parco pubblico che almeno permette ai cittadini di Velletri di godere di uno spazio verde. Ma è davvero poco rispetto a ciò che si è perduto.

Tutela patrimonio culturale: lezioni dalla storia

La storia di Palazzo Ginnetti è purtroppo emblematica di un’epoca in cui la speculazione edilizia ha prevalso sulla conservazione del patrimonio artistico italiano. I commenti sotto il video di @emanuelerinaldi5 lo dimostrano chiaramente: molti utenti esprimono meraviglia per ciò che vedono nelle immagini d’epoca, mentre altri riflettono amaramente su come gli interessi economici abbiano portato alla distruzione di un capolavoro barocco. La vicenda di questo palazzo ci ricorda quanto sia importante proteggere attivamente il nostro patrimonio culturale, specialmente nei momenti di crisi o ricostruzione, quando le pressioni economiche rischiano di far passare in secondo piano la conservazione della bellezza e della storia.

Oggi, quando passeggiamo per i Castelli Romani o visitiamo città storiche del Lazio, dovremmo ricordare che dietro ogni edificio moderno potrebbe celarsi la storia di un capolavoro perduto. La memoria di Palazzo Ginnetti deve servire da monito per le generazioni future: il patrimonio artistico, una volta distrutto, è perduto per sempre.

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